La sua origine sarà poco raffinata, ma la seta nasce dalla bava di alcuni insetti, i bachi, che si racchiudono in un bozzolo per compiere la propria metamorfosi e trasformarsi in farfalla. Il baco che fornisce la seta più pregiata al mondo appartiene alla specie Bombyx Mori e produce, al termine del suo stato larvale, un resistente filamento proteico, la seta, che al contatto con l’aria si solidifica e diventa resistente e lavorabile, tanto da poter essere utilizzato dall’uomo nella tessitura.
Già nel 3.000 a.C. originariamente, la seta veniva lavorata in Cina.
Esistono studi che fanno risalire sempre ai Cinesi l’allevamento dei bachi al terzo millennio a.C. Sfruttavano il prezioso filamento per confezionare vesti pregiate di imperatori e degni membri della corte e fu un successo immediato. Oltre all’abbigliamento e alle decorazioni, era utilizzata la seta per realizzare strumenti musicali, archi da tiro, lenze da pesca e la prima carta di lusso al mondo. Molti documenti antichi sono stati conservati e tramandati in rotoli di seta.
Se dapprima vollero mantenere il segreto della seta, più tardi cominciarono ad esportarla in filati, in tessuti: grazie, infatti, ai mercanti cinesi e non solo, carovane partirono e iniziarono a diramarsi in paesi che si estendevano a est sino alla Corea e al Giappone, a sud fino all’India.
Rotte commerciali passate alla storia come “la Via della Seta” collegavano la Cina all’Asia Minore e al Mediterraneo.
I Greci ne avevano una conoscenza imperfetta e solo dopo la conquista di Alessandro Magno, quando la civiltà Greca e Persiana vennero a contatto, furono grandi importatori di tessuti preziosi della seta.
In occidente a Costantinopoli, si realizzò il primo allevamento di bachi da alcune uova riportate di nascosto dalla Cina da due monaci, agli ordini dell’imperatore Giustiniano nel 550 d.C.
Roma adotterà le vesti di seta solo dopo le campagne in Asia occidentale, tuttavia, la rarità e il prezzo di questo tessuto, lo resero disponibile esclusivamente all’èlite romana, anche se poche sono le indicazioni riguardo il costo della seta.
Dal secolo XII nell’Europa, la seta trova nell’Italia la principale produttrice dell’occidente: le città di Palermo, Messina e Catanzaro erano particolarmente rinomate.
La seta è la più bella e pregiata delle fibre tessili oggi conosciute: è raffinata, morbida, ma forte, leggera ed elegante, è molto adattabile ed estremamente preziosa; mantiene fresco in estate, caldo in inverno, è traspirante.
Viene utilizzata pura nella biancheria più costosa, in abiti femminili, cravatte, camiceria di lusso, foulard.
Oggi una delle aree più conosciute al mondo per la maggior parte dei produttori ed esportatori per i suddetti articoli è situata in Italia, a Como e nella sua provincia. Le aziende tessili comasche sono nomi di gruppi internazionali e forniscono tessuti e stampati ai grandi brand della moda, vestendo tra l’altro le celebrity di tutto il mondo.
]]>Infatti riuscire a produrre sinteticamente un materiale equipollente alla gomma naturale avrebbe permesso alla Germania di evitare i costi e i rischi dell' importazione di materia prima, e di pianificare in modo del tutto indipendente la produzione degli armamenti che ne prevedevano l' utilizzo.
In realtà soltanto nel 1951, grazie a Brenschede, avremo la prima vera fibra poliuretanica.
Ma solo nel 1962, dopo un intenso decennio di ricerca, la statunitense DuPont mise per prima sul mercato mondiale con marchio Lycra, la nuova fibra elastica poliuretanica prodotta a secco.
E' invece di uno stilista italiano, il marchese fiorentino Emilio Pucci il primato di utilizzo nella settore della moda della nuova tecnologia tessile: porta la sua firma il primo costume da bagno realizzato in lycra e proposto nella sua boutique a Capri.
Appassionatosi alle proprietà elastiche, Emilio Pucci sviluppò e brevettò diversi tessuti quali il jersey di seta e il jersey di cotone.
Conosciuta in seguito anche come elastam, suo utilizzo è destinato ad una diffusione planetaria in molteplici filiere operanti nella produzione dei più svariati prodotti.
Nell' ambito dell' industria della moda l' utilizzo di questo filato sintetico è ampio e trasversale: grazie alle sue proprietà la Lycra o elastam si presta alla realizzazione di calze, collant, lingerie, abbigliamento sportivo e abbigliamento di ogni genere.
Ma quali sono le proprietà che rendono così versatile i tessuti realizzati in elastam?
- allungabile oltre il 500% rispetto alla lunghezza originale, ritorna alla dimensione iniziale anche dopo molteplici allungamenti
- altamente resistente e forte
- non conduce elettricità statica
- basso peso specifico, quindi leggerezza
- non soggetta a facile abrasione
- cristallinità dovuta ai segmenti poliuretanici
- elasticità dovuta ai segmenti di glicoli polietilenici
- rapida asciugatura
Degne di nota alcune varianti di tessuto realizzati in elastam: starlight sottilissima e trasparente se bagnata; hololycra con effetto di oleogrammi di metallo o metallo liquido; siviglia particolarmente resistente alla smagliatura grazie alla notevole memoria elastica e leggerissima, ideale per realizzzare lingerie; metal lycra catratterizzata da effetto metallico molto lucido e particolari applicazioni alveolari.
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Il suo fascino è irresistibile: che si tratti di lingerie, abiti da sposa, haute couture, balletto o street style il tulle si colloca perfettamente in contesti diversi, conquistando spesso il ruolo di protagonista di intere collezioni in molteplici segmenti dell' industria della moda.
Ma conosciamo questo materiale un pò più da vicino: tanto per cominciare prende il nome dalla città francese di Tulle, anche se la sua produzione è legata alla "bobbinet machine", una macchina appunto inventata e realizzata da John Heathcoat nel 1806.
Può essere prodotto utilizzando diversi filati: fibre tessili naturali quali seta o cotone oppure fibre sintetiche quali poliestere, cupro, nylon, lurex.
Il tulle quindi, in base al materiale con il quale è stato realizzato, risulterà più o meno morbido, più o meno elastico, più o meno trasparente. Signore fate il vostro gioco.
Descrivendo il tulle in termini tecnici possiamo affermare che si tratta di una garza a giro inglese, ovvero un intreccio particolare di fili che realizza sequenze di fori ottagonali attraverso i movimenti compiuti dai "fili di giro" a cavallo dei "fili dritti".
Si utilizza un telaio specifico che presenta un' altrettanto specifica struttura a maglie.
Il risultato è il meraviglioso tessuto che rende la tua lingerie MECEDORA delicata, elegante, raffinata, irresistibile. Come te.
]]>Dal punto di vita tecnico il ferretto è un elemento che incide in modo importante sulla performance del decollete, sulla proiezione, sulla distribuzione del peso.
Analizzando l' ultimo fattore, possiamo affermare che nei reggiseni con ferretto la distribuzione del peso si attesta nella percentuale 85% - 90% a carico del giro torace e 15% - 10% a carico delle bretelline, mentre nei modelli senza ferretto le percentuali sono 65% - 70% a carico del giro torace e 35% - 30% a carico delle bretelline.
Risulta quindi evidente che, più aumenta il peso del seno e maggiore è l'importanza del ferretto: esso infatti rappresenta un alleato importante per sostenerlo ed evitare di caricare lo sforzo sulle bretelline con le inevitabili conseguenze sulla schiena e lo spiacevole effetto "spalla segata":
Per quanto riguarda invece il seno di piccole/medie dimensioni o il seno sottoposto a mastoplastica (additiva, mastopessi, ricostruttiva) il ferretto è invece un elemento di minor importanza poichè il fattore peso è inferiore o, nel caso di interventi di chirurgia estetica, è sostenuto artificialmente.
In questi casi quindi c'è maggiore libertà nella scelta dei modelli poichè il criterio d'acquisto sarà più estetico che funzionale.
Un piccolo suggerimento per evitare il ferretto riducendo le conseguenze su schiena e spalle: scegliete un modello di reggiseno che presenti brelline realizzate in tessuto elastico (e non in elastico vivo) e che aumentino in larghezza man mano che si aumenta la lettera della coppa (le bretelline della coppa F saranno più larghe di quelle della coppa D). Inoltre il reggiseno dovrebbe essere strutturato con il rinforzo laterale in tessuto che spinge il seno verso il centro e si sviluppa almeno fino alla spalla, punto da cui poi parte l' elastico tessuto e che rappresenta la parte regolabile della spallina.
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Nella risposta a questa domanda c'è la soluzione dell'enigma.
Analizziamo insieme i dettagli che fanno la differenza: quando indossiamo un maglioncino con scollo a V oppure un maglioncino a collo alto optiamo per il medesimo reggiseno?
La risposta è ovviamente NO.
Quando ci infiliamo una tuta comoda o un paio di pantaloni attillati indistintamente indossati nello stesso modello di mutandine?
Anche in questo caso la risposta è assolutamente NO.
Questi sono due analoghi esempi di ciò che è incluso in un concetto di base che ci aiuta a scegliere durante i momenti di indecisione: l'abito decide sempre l'intimo.
Tuttavia se dobbiamo acquistare qualcosa che dovrà stare sotto agli indumenti saremo vincolati alla tipologia degli indumenti stessi.
Tornando agli esempi di prima, se ci accingiamo ad indossare un maglioncino con scollo a V opteremo, detto dalla taglia, per un reggiseno che valorizzi la parte centrale del nostro decollete. Scegli il modello più adatto, che potrebbe essere un push up laterale per le coppe A / B / C (creiamo volume al centro) e una balconetta con i beccucci laterali alti per le coppe D / E / F / G (diamo all'area centrale un aspetto tonico e pieno).
Se invece indosseremo il nostro maglioncino a collo alto, ovviamente non sceglieremo un reggiseno adatto alle scollature profonde ma preferiremo sicuramente un modello in grado armonizzare la silhouette andando a lavorare sulle proporzioni. Consideriamo principalmente la proiezione, ovvero il profilo: un modello che conferisce una buona proiezione del seno, automaticamente aiuta a nascondere tutti gli inestetismi addominali: pancia rilassata, rotolini, pancia gonfia, stomaco pronunciato ecc.
Analogamente, per quanto riguarda il tema mutandine (mutandine) riprendiamo gli esempi sopraccitati per sottolineare la necessità anche in questo caso di adeguare la scelta dell'intimo agli abiti indossati.
Quando si decide per un pantalone aderente, magari realizzato con quei bellissimi tessuti leggeri tipo eco pelle, cotone, raso, lycra ecc ... la parola d'ordine per la scelta della mutandina è INVISIBILE: non c'è nulla di più antiestetico della forma dello slip che si intravede dal pantalone.
Ed ecco che in un attimo la parola slip si trasforma necessariamente in perizoma e aggiungiamo una ruota aggettivi come taglio laser, micro cuciture, color nude se il pantalone è chiaro ecc.
Avete ancora dubbi? L' intimo si trasforma in base all 'outfit e mai viceversa.
Quando invece scegliamo di acquistare l'intimo che sarà protagonista di una serata romantica o che comunque ha lo scopo di essere esibito e di esprimere la nostra femminilità, allora iniziamo a parlare di lingerie.
E questa volta la parola d'ordine è LIBERTA '.
Che suono meraviglioso ha questa parola, così come sono meravigliosi sono i momenti in cui viviamo pienamente questa nostra libertà: giocare con la biancheria significa ascoltare attentamente la parte più intima della nostra personalità, abbandonare gli abiti e sentirci nel nostro agio scegliere forme e colori che comunichino il nostro mondo interiore, le nostre sensazioni, la nostra sensualità.
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A tal scopo veniva utilizzato appunto il mammillare o fascia pectoralis, un' oggetto realizzato in pelle o cuoio che aveva lo scopo di appiattire/celare/nascondere il seno.
Per un' evoluzione significativa dobbiamo attendere il IV secolo, momento storico in cui in occidente, tra le donne benestanti, si diffonde l'utilizzo del corsetto. Esso aveva lo scopo di spingere il seno verso l'alto, sebbene la struttura tenesse in scarsa considerazione il rispetto dell'anatomia femminile tanto da evolvere in una versione che consentisse di ottenere anche la massima compressione del punto vita. Il corsetto, realizzato con stecche di balena e un sistema di lacci e ganci, veniva portato in trazione con forza al fine di assottigliare il più possibile il punto vita: considerato alla stregua di un congegno di tortura spesso, a causa del suo utilizzo quotidiano, cagionava danni fisici importanti. Ricordiamo nel 1874 una coraggiosa Elizabeth Stuart che, esprimendo l' esasperazione di numerosi gruppi di emancipazione femminile, invitò pubblicamente le donne a bruciare i loro corsetti.
Sempre una donna (e chi altrimenti?) verso la fine del XIX secolo, esattamente nel 1912 realizzò il primo prototipo di reggiseno incrociando due fazzoletti e del nastro rosa: era la diciannovenne newyorkese Caresse Crosby.
Dagli anni 30 in poi si inizia a parlare di produzione di massa e, grazie ai fratelli Warners anche di coppe differenziate e bretelline elastiche regolabili. I fondamentali del reggiseno era stati sviluppati. Da qui in avanti è stato un gran divertimento sperimentare sempre nuovi design che supportassero i canoni estetici del periodo. Durante gli anni 50 il bullett bra (reggiseno a proiettile) dalla forma conica spiccatamente appuntita era il must, reso popolare da attici come Marilyn Monroe e Jane Russell ma, basta arrivare al decennio successivo per vedere la tendenza invertirsi diametralmente: negli anni 60 e 70 i movimenti femministi sempre più numerosi e attivi manifestano apertamente la loro contrarietà al reggiseno che viene vissuto come una costrizione. Addirittura il 7 settembre 1968 durante il concorso di bellezza Miss America, le contestatrici del New York Radical Women collocarono davanti al luogo ove si svolgeva il concorso, "il cassonetto della libertà" in cui centinaia di donne gettarono reggiseni, ciglia finte, bigodini, cosmetici compiendo un atto anti sessista volto a liberare le donne da convenzioni e costrizioni.
Ad oggi possiamo dire di aver raggiunto un rapporto equilibrato con questo oggetto che è prodotto in tali e tante diverse versioni da poter rispondere alle aspettative di donne differenti sia nella conformazione anatomica che nella preferenza dei modelli o dei tessuti. Il reggiseno, per coloro che desiderano indossarlo, deve essere un alleato fedele e contribuire al nostro benessere psico-fisico.
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Noi dedichiamo la nostra vita a creare prodotti di corsetteria ed il reggiseno, sia per le sue innumerevoli declinazioni che per il suo indiscutibile fascino, è sicuramente tra i protagonisti più amati nel mondo della lingerie: vedere che, dopo aver accompagnato una donna per anni (i nostri prodotti sono di qualità altissima perciò durevoli) arrivano al capolinea trasformandosi un' opera d' arte ci commuove!
Grazie Emily Duffy e grazie a tutte coloro che hanno donato.
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